Il rito quotidiano del caffè al bar si prepara a subire un’impennata dei prezzi che farà storcere il naso a molti italiani. Secondo le previsioni di Aldo Mario Cursano, vicepresidente vicario nazionale e presidente regionale toscano di Fipe Confcommercio, a partire da settembre 2024 il costo medio di un espresso salirà a 1,50 euro, con punte che potrebbero raggiungere i 2 euro nelle località più care.
L’incremento non sarà uniforme su tutto il territorio nazionale. Attualmente, il prezzo medio di una tazzina di caffè in Italia si attesta intorno a 1,30 euro, ma con notevoli differenze tra Nord e Sud. A Roma, ad esempio, è ancora possibile trovare un espresso a 90 centesimi, mentre a Napoli il prezzo medio è di 1,10 euro. Salendo verso nord, a Firenze la media oscilla tra 1,20 e 1,30 euro, mentre a Bologna e Milano si arriva già a 1,50 euro.
Con i rincari previsti per settembre, queste differenze potrebbero accentuarsi ulteriormente. Nelle città dove il caffè costa già 1,50 euro, il prezzo potrebbe lievitare fino a 1,80-2 euro a tazzina. Questo scenario preoccupa non solo i consumatori, ma anche gli stessi esercenti, che temono ripercussioni negative sulla clientela.
Le ragioni dietro l’aumento
Cursano spiega che il prezzo del caffè al bar non riflette solo il costo della materia prima, ma è il risultato di una serie di fattori che incidono sull’intera filiera. “Il caffè è l’indice del costo della vita”, afferma il rappresentante di Confcommercio, sottolineando come il prezzo sia influenzato da elementi quali gli affitti dei locali e le spese per il personale.
A titolo esemplificativo, Cursano evidenzia come a Firenze un affitto medio per un esercizio commerciale si aggiri intorno ai 7-8.000 euro mensili, mentre a Catania la cifra scende a 2.500 euro. Ancora più elevati i costi a Milano, dove in zone prestigiose come la Galleria si possono raggiungere i 15.000 euro di affitto al mese.
Il rincaro del caffè al bar è anche il riflesso di una situazione critica nel mercato globale della materia prima. Negli ultimi sei mesi, le quotazioni del caffè Robusta sono praticamente raddoppiate, con un aumento del 90%, mentre la varietà Arabica ha registrato un incremento del 55%.
Questo trend al rialzo è dovuto a diversi fattori: dalla contrazione dell’offerta vietnamita alle avverse condizioni meteorologiche in Brasile, fino al tasso di cambio sfavorevole tra euro e dollaro. A complicare ulteriormente il quadro si aggiungono problemi geopolitici e di sicurezza che stanno influenzando le rotte di approvvigionamento.
Nonostante gli aumenti previsti, Cursano sostiene che in Italia il caffè al bar continuerà ad essere venduto sotto costo rispetto ad altri paesi europei. In Francia, Germania, Inghilterra o Spagna, infatti, una tazzina di espresso difficilmente si trova a meno di 2,70-3 euro.
Tuttavia, l’aumento dei prezzi potrebbe spingere i consumatori a cercare alternative più economiche. Già ora si registra un incremento del 140% nelle ricerche di prodotti in promozione rispetto all’anno precedente, con una crescente attenzione verso alternative al caffè tradizionale come orzo, ginseng e tè.